SU DI NOI
Informazioni sull'azienda
Informazioni sull'azienda
L’azienda agricola Minnei è una realtà multi-colturale situata ad Assolo, un piccolo paese al centro della Sardegna e più precisamente in Marmilla, alle pendici della Giara di Gesturi, rifugio degli ultimi cavallini selvatici d’Europa. In questi territori incontaminati di rara bellezza, i piccoli campi sono delimitati da siepi di macchia mediterranea e si alternano a boschi di rovere e leccio. Coltiviamo cereali e legumi antichi tra cui ceci neri, lenticchie mignon, grano monococco, cicerchie, fave, grano Senatore Cappelli, sulla da foraggio. Fanno parte dell’azienda anche degli oliveti di varietà autoctone e un vigneto. Crediamo che per cogliere i migliori doni che la terra ci offre, sia necessario fare tesoro delle esperienze dei nostri avi e, poiché la nostra famiglia ha vissuto di agricoltura e allevamento, utilizziamo, nel rispetto della natura, metodi tradizionali di coltivazione (rotazione colturale e aridocoltura) e non utilizziamo prodotti chimici di sintesi. Per questi motivi, le nostre produzioni sono di bassissima resa ma di altissima qualità. Giuseppe è il fondatore dell’azienda e da anni valorizza con amore e passione la terra in cui è nato.
Il vigneto è stato impiantato nel 2019 nella località Marciana, in un terreno vulcanico-calcareo con esposizione a (INSERIRE PUTNO CARDINALE). Questo stesso terreno ospitava la vigna dei nostri nonni e proprio a loro ci siamo ispirati, impiantando esattamente i vitigni originariamente presenti. Non è stato facile ritrovare tutte le varietà in quanto alcune si sono estinte negli anni ’60. Grazie alla collaborazione con Agris e al progetto Akinas, siamo riusciti a recuperare le varietà autoctone ormai perdute e in particolare la Crannaccia Arussa a cui è legata la storia del vigneto.
Durante la prima guerra mondiale, il nostro avo Giuseppe Minnei, padre di Efisio e nonno di Giuseppe condivideva le speranze del ritorno al paese con un suo compagno di trincea. Tra un assalto e l’altro, durante un inverno rigido che segnava 20 gradi sottozero, sognava di poter gustare un bel bicchiere di Muscadeddu Budru (nome sardo del Nuragus). Anche il suo compagno di trincea riportava alla memoria i sapori della sua vita prima della guerra e sognava un bel bicchiere di Crannaccia Arussa. Per nonno questo era un vitigno sconosciuto. I due compagni di sventura divennero più che amici: vedere le atrocità della guerra e proteggersi durante gli assalti creò tra loro un legame fraterno. Una volta finita la guerra, però, tornarono ai rispettivi paesi e si persero di vista. Ma, anche senza telefoni, le notizie viaggiano e, il fratello acquisito venne a sapere che Giuseppe si era sposato e stava impiantando una vigna e decise di fargli visita, portando con sé le gemme della Cranaccia Arussa, che i due amici innestarono assieme nella vigna. Nonno Giuseppe vinificava la Crannaccia Arussa assieme al Nuragus e al Semindano e la custodiva in una piccola botte di rovere. Era un vino speciale utilizzato per condire la carne per le salsiccie e offerto come regalo a giovani sposti come augurio di fecondità. La vigna originaria impiantata da nonno Giuseppe ha dato i suoi frutti fino agli anni ’70. Dopodiché ha lasciato spazio ad un uliveto. Nel 2019, gli uliveti sono stati spostati e il terreno è tornato ad essere una vigna, anzi la vigna di nonno, una vigna nata da un legame di vera amicizia e fratellanza.